L’estetica dell’etica

La scrittura è un’arte manuale. Tende all’arte quando la posta in gioco diventa cosmica e umana. E la scrittura autobiografica mette in scena il nostro destino di donne e uomini di fronte alla nostra immagine dell’universo. Si occupa di ciò che è essenziale, di ciò che è più prezioso per noi. La scrittura autobiografica è un’arte totale.

Al di là della sua ricerca di stile, evoca i miti che ci animano, che ci abitano. Hölderlin ha affermato: «È poeticamente che l’uomo abita il mondo». Tutti i miti sono, ovviamente, antropomorfi. E non c’è mito la cui narrazione non metta in discussione la nostra governance e i nostri valori umani. Nella resistenza alle nostre frustrazioni, le nostre debolezze e fallimenti, è verso i valori empatici dell’amore che ci conduce la nostra riscrittura autobiografica. Orazio Maria Valastro lo dichiara e lo osserva nei suoi Ateliers. Il nostro immaginario vitale imprime sul nostro sogno di un’altra vita, futura, un’immagine luminosa che si misura con le ombre del nostro passato.

L’arte mitanalitica fa emergere l’immagine positiva della vita a venire, rivelando il film negativo della vita trascorsa. Poiché nessuno sogna, nella scrittura autobiografica, di gettare un’ombra sui propri errori e debolezze del passato, né di peggiorare le proprie disgrazie nel futuro verso cui tende implicitamente. L’estetizzazione che impegna la scrittura autobiografica illumina i valori umani dell’empatia che sono venuti meno in passato. Il testo di Orazio Maria Valastro, che qui presento, è chiaro a questo proposito, tanto da abbracciare con insistenza un’utopia che i pessimisti in agguato non mancheranno di denunciare.

Dopo aver preso la precauzione di schierarmi con lui, qualunque cosa dicano i realisti rassegnati, arrivo al punto fondamentale della visione valastriana: nella scrittura autobiografica l’estetica è al servizio dell’etica. Lavora la sua espressione per rivelare meglio questo altro mondo possibile. Non è un’etica religiosa che vibra in questa sublimazione. Non è un’etica della salvezza individuale che alla fine ci farebbe guadagnare la felicità in un’altra vita celeste. No. È un’etica collettiva, umana, laica, che sogniamo per il mondo reale di quaggiù.

Questa è quella che chiamo l’etica planetaria. È semplicemente il rispetto dei diritti umani universali e fondamentali, degli altri, di ciascuno di noi, nel mondo in cui vorremmo vivere. Ne conosciamo i termini fin dalla Rivoluzione francese, da Kant, da Gesù Cristo, da Confucio. Non c’è nulla di nuovo, tranne che abbiamo preso l’abitudine di ripeterne i principi senza rispettarli. E chi ci ricorda la sua grande importanza di fronte alle disgrazie delle popolazioni vulnerabili, chi insiste con la convinzione del realismo per resistere all’entropia che temiamo, è considerato un dolce sognatore utopista! Io sono uno di questi dolci sognatori utopisti, al fianco di Orazio Maria Valastro. Credo nella trascendenza dell’animale umano. Abbiamo paura dell’entropia, dell’apocalisse che è popolare ipnotizzandoci nei romanzi e nei film commerciali di oggi. Adorno diceva, al contrario, che «la bellezza è nello sguardo di chi fissa l’orrore, gli tiene testa, e ne ritiene la possibilità del meglio». L’etica planetaria è una nuova logica sociale, una nuova razionalità utopica per il futuro dell’avventura umana. È la nostra neguentropia salvifica, quella che ispira l’arte mitanalitica. Ecco il mito portatore di speranza che opponiamo al realismo tossico di chi pensa di essere troppo moderno, e soprattutto troppo postmoderno, per credere ancora in un mito! Questi, gli «illuminati», non credono più a niente? Dove ci condurrà tutto questo?

Hervé Fischer
L’arte mitanalitica, prefazione al volume Poetiche contemporanee del dissenso: immaginari del corpo autobiografico, di Orazio Maria Valastro, pubblicato da Aracne Editrice, Roma, Aprile 2021, 316 pp.

Hervé Fischer: filosofo e artista multimedia di nazionalità francese e canadese. Le sue opere sono state esposte in numerosi musei e biennali internazionali in Nord America e in Europa. Fondatore e presidente della Società Internazionale di Mitanalisi – www.mythanalyse.org (Montréal, Québec – Canada). Direttore dell’Osservatorio internazionale del digitale (Università del Québec).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *