La terapia mitanalitica

La mitanalisi non è solo una scienza umana in gestazione. Aspira a una lucidità capace d’illuminare le società sulla tossicità o sulla benevolenza dei loro miti più attuali. Ciò implica che li identifica, li decifra, ne analizza le configurazioni, i loro valori, li chiarifica, e se non può mettere la società sul divano, trova nei social media i supporti necessari per far conoscere e riconoscere le sue analisi. È in gioco un approccio educativo e impegnato, anche se per molto tempo ancora costituirà un tentativo irrealistico di terapia sociale. Nessuna società è disposta ad ascoltare seriamente gli avvertimenti della mitanalisi.

Non possiamo farci illusioni in questa era di Covid 19 dove le dicerie, le false notizie, i complottismi, i populismi, l’odio crescente e sfrenato minacciano l’esistenza stessa delle nostre democrazie scosse da sconvolgimenti economici, tecnologici, climatici e pandemici. Di fronte allo «shock del futuro» – ma non dovremmo parlare anche dello «shock del passato» per il quale oggi paghiamo per gli errori, le imprudenze, le negazioni tossiche –, le reazioni regressive della paura sono troppo forti affinché le nostre società, alla ricerca di provvidenziali ancore di salvezza, siano capaci di prestare attenzione alla lucidità relativista della mitanalisi. Ci vorranno generazioni di difficoltà, di negazione e, in ultima analisi, di consapevolezza salutare. Sarà un’impresa a lungo termine. Ma a livello personale, la mitanalisi all’opera nella scrittura autobiografica è estremamente capace di garantire delle redenzioni individuali molto più rapidamente di qualsiasi pratica psicoanalitica conosciuta. Come sottolinea Orazio Maria Valastro parlando del «viaggio pedagogico della scrittura di sé», la scrittura autobiografica suscita una «pedagogia dell’immaginario». E preferisco di gran lunga questa nozione costruttiva di pedagogia, che ho anche adottato nella mia pratica d’arte sociologica negli ultimi cinquant’anni, alle ferite e ai marchi autoinflitti nell’analisi che ci propongono gli psicoanalisti.

Ma a livello personale, la mitanalisi all’opera nella scrittura autobiografica è estremamente capace di garantire delle redenzioni individuali molto più rapidamente di qualsiasi pratica psicoanalitica conosciuta. Come sottolinea Orazio Maria Valastro parlando del «viaggio pedagogico della scrittura di sé», la scrittura autobiografica suscita una «pedagogia dell’immaginario». E preferisco di gran lunga questa nozione costruttiva di pedagogia, che ho anche adottato nella mia pratica d’arte sociologica negli ultimi cinquant’anni, alle ferite e ai marchi autoinflitti nell’analisi che ci propongono gli psicoanalisti.

Hervé Fischer
L’arte mitanalitica, prefazione al volume Poetiche contemporanee del dissenso: immaginari del corpo autobiografico, di Orazio Maria Valastro, pubblicato da Aracne Editrice, Roma, Aprile 2021, 316 pp.

Hervé Fischer: filosofo e artista multimedia di nazionalità francese e canadese. Le sue opere sono state esposte in numerosi musei e biennali internazionali in Nord America e in Europa. Fondatore e presidente della Società Internazionale di Mitanalisi – www.mythanalyse.org (Montréal, Québec – Canada). Direttore dell’Osservatorio internazionale del digitale (Università del Québec).

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