L’autobiografia di un disertore imprescrittibile

Ho letto di slancio , con grande interesse, la tua autobiografia e ti faccio vivi complimenti insieme con brevi considerazioni che qui ti riassumo.

Ritengo che il tuo diario sia un capolavoro di introspezione psicologica e che, credimi, ha rafforzato in me un innato sentimento di simpatia (oserei dire, se me lo consenti, anche di affetto) che avvertii sin dalla prima riunione telematica sul forum delle memorie. Il tuo volto pacato, sereno, sorridente e comprensivo mi sembrava già noto. Lo attribuivo istintivamente ai ricordi del periodo trascorso a Catania, che è stato uno dei periodi più belli della mia vita familiare e professionale, e alle mie radici siciliane per via dei miei genitori originari di Milazzo. E, in parte, questa è senz’altro una spiegazione plausibile.

Quell’inconscio sentimento poi, a mano a mano che procedevo nella lettura delle tue vicende legate a una ferma decisione presa in età giovanile, che hanno segnato e tuttora orientano l’etica sociale della tua vita, si è trasformato in un consapevole sentimento di amichevole solidarietà per la tua coerenza nell’affrontare le difficolta scaturite dalla tua scelta giovanile e, insieme, in un profondo senso di ammirazione per il modo, apparentemente semplice ma in sostanza denso di profonde riflessioni, nell’analisi della complessità individuale e collettiva dei comportamenti umani.

Il tuo stile narrativo è atemporale, nel senso che racconta il presente, lasciando nello stesso tempo trasparire il passato e prefigurando il futuro. Le situazioni e i sentimenti sono illustrati con un linguaggio vibrante e con l’uso di aggettivazioni sempre calzanti che trasformano la prosa in poesia e lasciano trasparire un animo sereno, pur nelle situazioni più scabrose, fiducioso che le scelte di vita fatte tendono verso il raggiungimento di una meta giusta, anche se non linearmente prefigurabile. Nella narrazione, inoltre, non c’è alcun senso di protagonismo eroico e vanaglorioso, ma affiora in ogni passo un animo semplice e delicato.

Talvolta si ha l’impressione che l’animo del narratore sia come rifugiato in un’oasi, dalla quale osserva, come dall’alto, lo scorrere della sua vita. Più che il protagonista, sembra essere il regista delle vicende narrate. In alcuni tratti, infatti, la narrazione procede non in prima, ma in terza persona. Tutte le vicende, inoltre, sono vissute in stretta simbiosi con la diletta madre, poetessa di squisita sensibilità i cui versi, pieni di immagini fantasiose e trasfiguranti, introducono ogni capitolo dell’autobiografia rappresentando le quinte del palcoscenico in cui si snodano e si compongono i vari tasselli del complesso mosaico della vita del protagonista.

Il cuore palpitante della madre si sente pulsare in ogni rigo della narrazione e i suoi versi introduttivi di ogni capitolo sono come le battute con cui il suggeritore accompagna i dialoghi o i monologhi degli attori sul palcoscenico di un teatro. I versi delle poesie della madre, spirando come un vento sottile, permeano ogni pagina del racconto autobiografico, rendendolo fresco e leggero e nutrendo continuamente di amore che sorregge il disertore ormai adulto fornendogli linfa vitale. Il disertore, già uomo adulto e maturo, aspira a pieni polmoni il nettare di quei versi amorevoli, come se fosse il latte che, da bambino, succhiava dal petto materno. Sul petto materno, difatti, appare sempre adagiato, stretto in un amplesso caloroso dal quale riceve la forza di affrontare con spensieratezza, quasi con incoscienza, ogni circostanza legata alla sua disubbidienza nei riguardi della proscrizione militare.

Ed è quest’amore palpabile che fa sembrare ai suoi occhi la sua ribellione al servizio militare come un capriccio infantile l’animo del ribelle, pur nella sua piena maturità. La maturità, del resto, è considerata come un’illusione che «maschera le numerose e differenti traiettorie personali e collettive che ci consentono d’intraprendere un nuovo percorso», una sorta di viaggio verso le stelle, che sono lontane ma che l’immaginazione ce li fa sentire già nelle nostre tasche.

È bello affrontare le complesse vicende della vita individuale e collettiva con questa prospettiva che, nell’autobiografia di un disertore imprescrittibile, è unificata da una sensibilità etica che si nutre di una sensibilità estetica.

Un abbraccio virtuale che -mi auguro- in qualche occasione possa diventare reale.

Carmelo Formica (ordinario di Geografia Economica presso la Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Napoli Federico II, dal 2001 titolare dell’insegnamento di Didattica della Geografia presso l’Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa di Napoli, premio Palma d’Oro Mesagnese 2008 per meriti culturali)

Catalogo Edizioni Sensibili alle foglie

One thought on “L’autobiografia di un disertore imprescrittibile

  1. Gentile dott. Valastro, sono felice per lei, del suo meritato successo e Le auguro di vivere appieno soddisfazioni e gioie che sicuramente l’avvolgeranno in questo suo percorso. Mi piacerebbe congratularmi con Lei di presenza e partecipare alle sue emozioni dal vivo. Non potendo Le sarò vicino con il pensiero e con la lettura del Suo libro che acquisterò quanto prima. I miei più sinceri complimenti e un affettuoso saluto.

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