Il respiro sensibile della scrittura

L’arte autobiografica con la sua funzione catartica, redentrice e fabulatrice, attribuisce un’espressione estetica alla nostra memoria ammaliata e rimossa in un incanto che addolcisce la crudeltà dell’esistenza umana, sollecitando la nostra immaginazione creatrice nel restaurare il nostro legame poetico al mondo, dando un nuovo senso a tutto ciò che ci circonda. L’arte autobiografica è matrice di racconti, selezione di oblii, manipolazioni narrative, in equilibrio fra le dimensioni personali e sociali, politiche e spirituali delle nostre vite. Ci ricrea nella composizione narrativa in una tensione etica trasversale all’arte della memoria, dell’oblio e della fabulazione.

Il corpo autobiografico crea uno spazio mediano fra l’ego e il mondo che soffre, tra la nostra coscienza di vivere un’esistenza corporale sottomessa al potere dalla società, e la possibilità di ascoltare il desiderio di sé e dell’altro presente nella sensibilità del vivente e di un’umanità comune che riscopriamo. Sul filo della scrittura moduliamo il nostro essere al mondo come un andare e ritornare infinito tra individualità e universalità sensibile, tra il bisogno di un amore egoista che mira alla realizzazione di sé e il desiderio di nutrirsi di un amore che genera dei legami e una reciproca e mutua riconoscenza.

Il respiro sensibile della scrittura di sé è ritmato dalle parole e dalle pause, dalle narrazioni e dai silenzi. Partecipa intimamente al principio estetico di un’arte che si dispiega virtualmente. Genera un racconto collettivo poetico, rimettendo in causa il racconto di un Io in cerca di potere, di un’intersoggettività brutale, di una razionalità tecnoscientifica e di una società del consumo, dissociandosi progressivamente dalla realtà materialista, riprendendo a respirare attraverso una scrittura creativa. Ci risveglia a un racconto collettivo che ritrova un respiro etico che va oltre una trascendenza metafisica o teleologica. La scrittura autobiografica non è soltanto una pratica estetica. Ha una vocazione etica, aspira a una comprensione dell’altro, alla compassione e alla solidarietà umana, restaurando il legame fra coscienza del corpo e coscienza del mondo.

È una convergenza per me significativa che la mitanalisi abbia avuto inizio con il saggio sui miti dell’amore di Denis De Rougemont, filosofo e saggista di lingua francese, e i miei inciampi e il mio avanzare nella vita e nell’esplorazione della scrittura autobiografica siano confluiti sul tema del potere dell’amore. Un amore non più ricercato su di un piano metafisico, nella purezza delle essenze, ma che si iscrive nella cerca di un’intimità del corpo, a volte rassicurante, a volte sconcertante, e nel ritmo dell’esistenza.

Il potere come fine, questo germe nocivo annidato nel cuore dei valori occidentali, è diventato il motore di una società che mira a dominare le nostre vite quotidiane e che ci distoglie dall’amore che potrebbe fiorire in seno a un’umanità affrancata da una competizione aggressiva. Parlo di un amore verso sé stessi e verso l’altro da sé in grado di fondare la nostra esperienza e la nostra conoscenza del mondo, in quanto elemento melodico emergente nelle scritture autobiografiche contemporanee. Elemento narrativo ricorrente nell’espressione artistica e musicale, nel pensiero politico e spirituale, nella letteratura di generi differenti del ventesimo secolo, presente come immagine ed espressione che manifesta tutta la sua problematica tensione nella significazione del vissuto inscritta nel corpo autobiografico.

Scopriamo un effetto di proliferazione di micro narrazioni e di racconti di vite fameliche d’amore, dietro lo specchio di questa fascinazione logocentrica per il potere. Bisogna allora seguire l’ansia spasmodica dell’amore per il potere, o il respiro del potere dell’amore? La mia intenzione è di seguire questa tentazione comune di scrivere la vita per comprenderla e per abbracciarla nuovamente con amore.

Orazio Maria Valastro, Poetiche contemporanee del dissenso: immaginari del corpo autobiografico, pubblicato da Aracne Editrice, Roma, Aprile 2021, 316 pp.

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