Il ragazzo che diventa uomo autobiografico

Questo libro mi ha preso davvero. Naturalmente mi ha preso perché parla anche di me. Perché questo libro parla di me, parla di Francesca, parla di tutti quanti noi. Perché? Perché parla di sé stesso. Lui parla di sé stesso, della sua storia, e i meccanismi che si svolgono attraverso lo sviluppo della storia, sono gli stessi meccanismi che tutti quanti noi abbiamo.

Ma c’è una enorme differenza, se volete, tra tutti e una persona come Orazio. Orazio Ha vissuto una vita estremamente difficile, in vari momenti dolorosa, in certi momenti drammatica. Suo papà lo ha perso quando il papà aveva quaranta quattro anni, improvvisamente, e già questa mancanza lo ha colpito pesantemente.

Poi tutto il discorso connesso al servizio militare e alla sua decisione di non sottoporsi all’ubbidienza alle autorità militari e allo svolgimento del servizio militare. Naturalmente questa sua decisione ha comportato anni di difficoltà. Questa decisione e la persecuzione da parte delle autorità militari nei riguardi di Orazio, lo ha condizionato pesantemente.

È stato un entrare e uscire dalle carceri militari, dai tribunali, e quindi si è trovato davvero, davvero perso. E fin dall’inizio lui ha avvertito la straordinaria differenza che c’è tra lo spirito e il corpo, lo spirito estremamente fragile che doveva tenere conto del corpo. E abbiamo questo spirito, questa fragilità che attraversa il suo corpo, che cammina dentro il corpo e svolge una lotta nel corpo. Un corpo a corpo che non è quello che si svolge di solito in trincea ma è quello che si svolge dentro di noi. Dentro di lui e che si svolge anche dentro di noi.

Però l’eccezionalità, la particolarità, la pesantezza, la durezza, la lunghezza, l’intensità di questo scontro tra Orazio e le autorità militari giudiziarie per quella che era una sua decisione, il dissenso rispetto alla guerra, ai militari e alla logica disgraziata e perversa che attraversa il nostro mondo. Si parla di globalità economica però a monte della globalità economica addirittura c’è questa globalità militare, questa degenerazione mentale che è quella che assegna all’esercizio delle armi il controllo del pianeta.

Questa esperienza che Orazio ha fatto contro questa globalità militare, contro queste autorità militari, naturalmente lo ha colpito profondamente. E lì è entrato in un gioco, io lo chiamo un gioco ma è una tragedia. Una tragedia nella quale si svolgevano quotidianamente le lotte tra come ci si trova e come si vorrebbe essere, tra quello che si fa e quello che si vorrebbe fare, tra quello che si desidera e quello che viene negato, tra quello che si auspica naturalmente per sé stesso in prima istanza e quello che invece non si realizza.

E la cosa bella, la cosa che va crescendo dentro Orazio anno dopo anno, in questi otto anni di difficoltà pazzesca, è che Orazio esprime un dissenso che è certamente poetico e che poi alla fine si risolve in una persona matura, nell’uomo autobiografico. Dentro succede tutto questo, il dissenso poetico, il passaggio dal ragazzo che diventa uomo autobiografico, e questo passaggio ce lo insegna, ce lo propone. Ce lo propone amici miei. È questa la grandezza di questo libro, è un messaggio di umanità, di spiritualità, di miglioramento del nostro essere.

Lui utilizza tante immagini, tante figure. Io ho recuperato alcune di queste figure, la figura di Louis, un amico con il quale Orazio aveva intrattenuto un rapporto epistolare, e alla fine Orazio si spara una parola che è estremamente significativa. È una parola semplice, quotidiana, che usiamo spesso ma esprimiamo con superficialità e invece è una parola che dovremmo pensare meditandoci sopra e la parola è sorriso.

Sorriso. Io adesso non ci vedo più, una volta quando ci vedevo, fino a pochi anni fa, mi accorgevo delle persone che incontravo e che mi sorridevano. È una cosa bellissima quando vedi una persona che ti sorride. Il sorriso come saluto, il sorriso come carta d’identità che si presenta al nostro interlocutore. Il sorriso come strada per intraprendere itinerari sicuramente più importanti che sono quelli dell’affetto, dell’amicizia, della condivisione, della fraternità.

È un crescendo che induce a pensarci sopra, e a scriverci sopra. Questo è l’ultimo livello dell’itinerario proposto da Orazio. L’ultimo livello, quello della scrittura autobiografica. E vi assicuro che la scrittura autobiografica è la strada maestra per conoscersi sempre più profondamente, per mettersi nelle condizioni di preparare, di favorire, di intraprendere, dei cammini di condivisione, di fraternità, di amicizia, di affetto, di amore, di simpatia. Vi assicuro che è un itinerario meraviglioso, un itinerario straordinario.

L’altra immagine, quella della Mamma, la Mamma di Orazio. Quello che ci racconta e quello che lui vive, quello che lui sente quando la Mamma lo va a trovare in carcere. E allora lì vediamo Orazio con gli occhi pieni di lacrime, ma quelle lacrime che lui trattiene sono lacrime che vanno giù, che vanno dentro, che si cristallizzano, che si sciolgono in tanti pensieri, in tante considerazioni.

Un ultimo pensiero ancora sulla Mamma di Orazio e sulle sue poesie, le poesie che introducono ogni capitolo di questo bellissimo libro. La Mamma di Orazio ha una forza straordinaria, ha una forza vi assicuro straordinaria, molto simile a quella di Orazio. Fra l’altro la somiglianza con Orazio è data anche dal fatto che la Mamma ha avuto Orazio quando lei aveva diciassette anni, quindi si possono considerare quasi fratello e sorella, non c’è quella differenza classica tra il genitore e il figlio. E allora la Mamma, usando un linguaggio certamente diverso da quello di Orazio, dice esattamente le stesse cose. Usando dei termini che si addicono di più a una donna.

C’è una parola che conclude il libro, che lei riporta e ripete spesso, la parola è sussurro. Sussurro. Sussurro è una cosa detta sotto voce, quasi in silenzio, ma che ha una forza incredibile. Altro che parole dette a tutto volume. Il sussurro è un’espressione molto leggera, se non si sente, ma se si sente ha una forza straordinaria.

Posso esprimere la mia ammirazione per questa donna, per le poesie che ha scritto e per quell’immagine, quell’animaletto che in qualche modo le rappresenta tutte quante. Il ramarro. Il ramarro che osserva con gli occhi spalancati quello che c’è intorno e di cui sicuramente ne tiene conto, interiorizza quello che vede, osserva. Il ramarro osserva e interiorizza quello che vede e gli serve naturalmente per andare avanti, scappa dal pericolo, si nasconde, poi ritorna. Il riferimento al ramarro mi fa ricordare il riferimento che Orazio fa ad altri animali.

Mi ricordo quella riga dove scrive quella che è la sua condizione, quella che è la condizione di tutti quanti noi, se si vuole. Lui parla di una tartaruga messa sotto sopra, con le gambe all’aria e che non riesce naturalmente a camminare, così come l’orsetto che non può fare altro che rimanere solo. Il pinguino, l’unica cosa che può fare è quella di guardare intorno, di osservarsi intorno, ma niente, non c’è niente da fare. Poi l’aragosta, sott’acqua nel fondo del mare, che non riesce a fare più di tanto. L’unico animaletto che si salva è la farfalla. La farfalla che vola libera.

Di tutti questi animali la farfalla è quella più debole, quella più fragile, però ha questo dono, il volare, guardare dall’alto tutto quanto. È molto bello questo riferimento agli animali, l’immagine che ne consegue e i pensieri che ne conseguono.

Davvero un bel libro Orazio, complimenti. Davvero questo è un libro che deve essere preso, che deve essere diffuso, che deve essere letto e riletto. Perché? Io, Bedda Matri!, me lo sono letto tre o quattro volte. Diverse pagine le ho lette varie volte.

Elio Camilleri (ha insegnato filosofia e storia, autore di saggi e curatore di libri sulla mafia)

Intervento di Elio Camilleri alla presentazione del libro autobiografico “Con animo imprescrittibile: diario di un disertore”, del sociologo Orazio Maria Valastro, presso la Biblioteca Vincenzo Bellini di Catania (25 giugno 2022).

One thought on “Il ragazzo che diventa uomo autobiografico

  1. Magnifico. Caro disertore accompagni i miei viaggi notturni nel profondo di un racconto di vita autentico, pagina dopo pagina, lentamente, assaporando una dolcezza tagliente, crudeltà e tanta umanità. Continuo fino alla fine. Il tuo mondo è così reale, e pieno d’amore.

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