Una poetica delle soglie e dei confini


Una poetica delle soglie e dei confini

La terza antologia della poetessa Maria Gemma Bonanno, mia madre, una raccolta di poesie scritte tra il 2016 e il 2018, testimonia e rinnova un’intensità creativa adogmatica, libera da inadeguatezze e sudditanze letterarie, che si prende la libertà di esprimere emozioni e sentimenti. Una libertà che, con sempre maggiore intensità, conferma il suo più profondo anelito: reincantare il mondo. Attraverso la sperimentazione di una poesia affrancata da inflessibili versificazioni, Maria Gemma Bonanno traccia un cammino, che può essere riconosciuto e seguito da tutte e da tutti, verso il desiderio di un incontro sensibile con sé stessa, gli altri e il mondo.

Incontrarsi, nel tentativo di individuare e dare consistenza al cammino dell’incontro, interpella la necessità di una direzione la cui meta non sia il baricentro vanitoso di un’intimità distante dagli altri e fine a sé stessa. Incontrarsi richiede alla poetessa e ai suoi lettori una pratica permanente e onerosa, un’alchimia emotiva che accompagna verso l’esperienza viva della vita. Una vita non ripiegata su sé stessa dalla forma poetica, incessantemente tesa al libero ritmo della scrittura, come espressione non circoscritta dalla sovrana presenza di una coscienza che allontana fuori da sé un’infinità di altre prospettive ed esseri umani.

La poesia di Maria Gemma Bonanno si rivela ai lettori come un percorso segnato dalla tensione tra le soglie e i confini, un’esperienza estetica che prepara all’esplorazione di varchi incerti e mutevoli, per abitare poeticamente il mondo oltre i confini che ci separano dagli altri. Una poetica delle soglie e dei confini che possono, allo stesso tempo, separare e unire, è un percorso complesso, un viaggio misterioso e inafferrabile, acronico e passionale. Non è un percorso lineare, al contrario, poiché provando a cogliere e comprendere il divenire caotico delle emozioni vissute, partecipando in modo problematico, aperto e interrogante al senso della vita, sia nei riguardi di sé stessi che degli altri, si apprende ad ascoltare e pensare poeticamente nella prospettiva dell’incontro e del dialogo.

Il valore estetico di una poetica delle soglie e dei confini, principio creativo di una fabulazione che «dipinge la vita per soppesarla con l’esistenza», è intrinseco all’immaginario paradigmatico della ricorrente e costante figura poetica, segnata dal timore e dalla necessità di sognare, che assume «la forma del ramarro». Leggere poeticamente quest’antologia, e quelle precedenti, con gli occhi del ramarro, è il grande dono d’amore di Maria Gemma Bonanno che ci permette di esplorare la nostra umanità immergendoci nella diversità della vita, «per rinascere poi ramarro» a nostra volta, accettando «la bellezza di un attimo» e sfidando insieme «la frontiera del domani».

Dalla postfazione a Il Ramarro dedica, antologia poetica (2016-2018) di Maria Gemma Bonanno.
Orazio Maria Valastro
Catania, 30 agosto, 2018

Ordina l’antologia sul sito web dell’editore

 

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