Thrinakìa e il reincanto della poetica insulare

(Doug Loree - Insularity - Witt Gallery)
(Doug Loree – Insularity – Witt Gallery)

La seconda edizione di Thrinakìa

L’Organizzazione di Volontariato “Le Stelle in Tasca” compie i suoi primi dieci anni di attività e gli Ateliers dell’immaginario autobiografico, il progetto di animazione sociale e culturale che dirigo dal 2005 in collaborazione con i volontari autobiografi, le istituzioni e le agenzie educative del territorio, ci ha permesso di realizzare la seconda edizione di “Thrinakìa”. Il Concorso internazionale di scritture autobiografi che dedicate alla Sicilia, si pone anch’esso in continuità con le finalità che animano il volontariato autobiografi codella nostra organizzazione: sostenere l’esperienza della narrazione e della scrittura di sé attraverso la condivisione di una pedagogia della memoria e dell’immaginario, e un’etica dell’ascolto sensibile di sé e dell’altro.

I patrocini della Regione siciliana – l’Assessorato regionale dei beni culturali e dell’identità siciliana –, del Comune di Catania – l’Assessorato ai Saperi e alla bellezza condivisa –, e dell’Osservatorio dei Processi Comunicativi – Associazione culturale scientifica –, e le collaborazioni della Soprintendenza archivistica per la Sicilia – Archivio di Stato di Palermo, e dell’Archivio di Stato di Catania–, hanno valorizzato l’impegno delle autrici e degli autori che si sono confrontati coi generi di scrittura autobiografico e biografico.

Queste narrazioni e scritture di sé mi hanno sollecitato a pensare alla condizione di insularità come a uno stato esistenziale dell’animo delle donne e degli uomini, quando rivolgono lo sguardo verso sé stessi e tutto quello che li circonda, configurando una geografia simbolica che non è circoscritta alle caratteristiche di uno spazio o di un territorio rappresentati dalla nozione geologica di isola. È questa la considerazione che mi preme condividere, riflettendo sulle scritture autobiografiche e biografiche delle autrici e degli autori che, narrandoci esperienze di vita e storie siciliane, rivelano un immaginario collettivo all’origine del reincanto contemporaneo della poetica insulare.

Il reincanto della poetica insulare

Come delle piccole isole nel grembo materno, circondate dal liquido amniotico, veniamo al mondo alla ricerca incessante di una storia, ricreando l’estraneità del mondo che ci circonda per comprenderlo. Ecco allora che queste memorie non sono soltanto delle testimonianze di grande interesse storico, culturale e sociale, ma possiedono un’energia creatrice e una portata generativa di senso che ci permette di situarci in un ascolto sensibile di sé e dell’altro. L’esperienza della scrittura autobiografica, trasformando il desiderio di sé in desiderio dell’altro e del mondo, diviene un viaggio meditativo che rifigura la nostra storia in cerca del senso del tutto e della vita.

L’attività fabulatoria che ci avvicina gli uni agli altri, rappresenta così quella comune origine insulare fondata sul sentimento di sottrarci all’isolamento, allo spazio chiuso su sé stesso, per dare alla
luce una nuova presenza di sé nel mondo. È un immaginario insulare pervaso dall’esigenza vitale dell’amore che ci lega all’altro e ci sollecita alla ricerca dell’incontro, suggerendoci una speranza presente e antitetica alle barriere innalzate dalla paura nei confronti del diverso e della diversità.

La scrittura autobiografica, come spazio insulare di mitologie emozionali che ci pongono al cospetto del baratro delle nostre inquietudini sulla vita e sul divenire, ritrovando quel sentimento numinoso della narrazione mitica come reazione dell’essere umano dinanzi al suo nulla, è uno spazio poetico aperto al senso tragico del vissuto quotidiano e dell’esistenza. Narrare e scrivere di sé, in questo senso, significa accogliere l’imponderabilità dell’esistenza lasciando coesistere la complessità e le contraddizioni della condizione dell’animo umano, per reincantare il nostro essere nel mondo, la relazione con sé stessi e gli altri, ispirandoci alla bellezza delle nostre stesse emozioni per vivere altre relazioni possibili.

Telemachie eroiche notturne

Andare alla ricerca di una storia che ci faccia comprendere la nostra vita e l’esistenza, muovendo dalla condizione fabulatoria dell’essere umano, incontra i valori del mito che animano il nostro cammino individuale e collettivo e fanno vivere l’anima siciliana. Queste telemachie esplorano un patrimonio comune di immagini senza tempo dell’umanità, trasformandole lungo un tragitto teso tra le pulsioni soggettive e le intimazioni provenienti dall’ambiente sociale e cosmico. Questo percorso di individuazione delle donne e degli uomini e del loro immaginario, fondato sull’attività dell’immaginazione fabulatrice scopre uno spazio esistenziale insulare notturno che dimostra comprensione e compenetrazione tra gli esseri umani, contrapposto a uno spazio insulare diurno, matrice archetipica che domina e divide.

Le immagini poetiche presenti nella narrazione e nel dinamismo del movimento della scrittura autobiografica, illuminano e sollecitano un ascolto di sé e dell’altro che diventa pensiero e coscienza
dialogante. In questo senso il reincanto della poetica insulare ci interpella, rivelandoci la nostra umanità e collegandoci agli altri e al mondo. Le scritture autobiografi che contemporanee ci propongono delle eroine e degli eroi notturni, dei pellegrini in cerca di sé e di senso, contrapposti agli eroi epici delle mitologie insulari, che manifestano le loro diversità non per ribadire divisioni ma per sollecitare l’altro a rivelare la sua stessa differenza. Ci aiutano, in definitiva, a comprendere il radicamento dinamico delle donne e degli uomini nella tragica impermanenza dell’esistenza e nella contraddittorietà del mondo.

Telemachie eroiche notturne, quindi, poiché le scrittrici e gli scrittori autobiografi lasciano coesistere quelle dimensioni simboliche, esistenziali e sociali antitetiche che caratterizzano la nostra condizione umana, rispetto alla quale si scrive per perdonare e perdonarsi, per donare e donarsi, per generare una nuova presenza rispetto alle proprie inquietudini, convertendo il viaggio nell’intimità in uno stato dell’animo che si apre all’altro da sé. La coscienza delle eroine e degli eroi notturni è una coscienza illuminata dall’avvento delle cose del mondo e dall’enigma dell’esistenza nella loro scrittura, e l’intuizione sensibile di sé e del mondo è una speranza per vivere la vita quotidiana riconoscendo in sé stessi la diversità e ritrovando nell’altro ciò che ci è familiare. Trasformando i modelli stereotipati e dominanti delle fi gure eroiche femminili e maschili, ci si incammina su percorsi creativi che rendono presente la vita e la nostra storia, viaggiando nei misteri della vita per apprendere a conoscere sé stessi e gli altri, per apprendere a voler essere e vivere insieme nell’inconciliabile bellezza e alterazione dell’esistenza umana.

Estratto dalla Prefazione di  Orazio Maria Valastro all’Antologia della 2a Edizione di Thrinakìa, Concorso internazionale di scritture autobiografiche dedicate alla Sicilia, (Messina, Casa Editrice Kimerik, 2015, pp. 270)

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