Per Nina: in cerca del cuore delle storie narrate

 

Aspri limoni e soavi gelsomini: Nina Di Nuzzo Micalizzi

«Ascoltami, i poeti laureati si muovono soltanto fra le piante dai nomi poco usati» (Eugenio Montale, I limoni).

Aspri limoni e soavi gelsomini, ricordi vita aliese, è la prima opera autobiografica pubblicata dall’autrice Nina Di Nuzzo Micalizzi. Non si tratta di una scrittrice di professione, nonostante sia già in procinto di pubblicare la sua seconda opera autobiografica, Dicia me’ nonna. Una raccolta di racconti che abbiamo avuto la possibilità di apprezzare e di premiare grazie a Thrinakìa, al concorso internazionale di scritture autobiografiche dedicate alla Sicilia che ho avuto l’onore e la soddisfazione di realizzare. L’autrice ha lavorato come sarta fin dalla più giovane età, custodendo il desiderio di raccontare queste storie, frutto d’amore per il suo Paese.

«Da quando ho cominciato, anni fa, a prendere nota dei più importanti avvenimenti della mia vita, più volte mi sono chiesta a chi e a che cosa avrebbero potuto servire quegli appunti che andavo scrivendo. (…) Presa dal lavoro, assillata dai problemi, ho interrotto spesso quella sorta di diario segreto di cui solo mio marito conosceva l’esistenza.»

I racconti che andava scrivendo, arricchendoli con i racconti di altre persone, hanno dato vita ad una storia: «questa storia, che quasi mi sono raccontata da sola». Quando la vita ordinaria diventa scrittura, la vita quotidiana di gruppi sociali spesso esclusi dalla memoria istituzionale, queste storie formano una sorta di antologia di esistenze reali che mettono in relazione memorie personali e collettive. Questo desiderio di raccontarsi, più o meno cosciente, è necessità di scoprire una pratica di riappropriazione della propria biografia che diventa partecipe di un processo complesso e dinamico, mettendo in discussione l’articolazione tra verità storica ed esercizio del potere.

L’amore per queste storie che ci raccontiamo e che raccontiamo, si manifesta nel sollecitare un’attenta partecipazione alla vita di cui ci parlano per comprenderne la loro anima. La narrazione dell’autrice circoscrive un microcosmo, la vita quotidiana di una famiglia e di una comunità, dalla seconda guerra mondiale ad oggi, illustrandoci un’insularità culturale e sociale che rende indispensabile la stesura di un’appendice di note e un glossario sulle tradizioni e la lingua del territorio. Il fondamentale sostegno del cugino Rocco Lombardo nella stesura di questa appendice e nella revisione del lavoro di scrittura, nonché il sostegno morale per accompagnare l’autrice a realizzare questo progetto autobiografico, testimonia la sensibilità e l’attenzione necessaria per sostenere e dare valore a tutte quelle persone che desiderano scrivere la propria vita. Come nella poesia I limoni di Eugenio Montale, la scrittura di Nina Di Nuzzo Micalizzi procede nella direzione di un’umanità fatta di storie comuni, collocandoci quanto più vicino possibile al movimento di un’esistenza quotidiana costituita da passioni, emozioni e sentimenti, dove l’odore dei limoni e dei gelsomini rappresentano la ricchezza delle donne e degli uomini di questo paese. «Qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza ed è l’odore dei limoni» (Eugenio Montale, I limoni).

La scrittura autobiografica dell’autrice trascende la storicità stessa della memoria collettiva, dall’incontro e dalla relazione con il suo mondo e le persone che la circondano scaturisce un processo ciclico, costantemente alterato, rendendo indipendenti le storie raccontate dall’oggettività degli eventi descritti. Gli affetti familiari e le relazioni sociali prendono forma attraverso la narrazione di diversi e differenti eventi, felici e tristi episodi quotidiani. Il desiderio di essere testimone e portavoce di un’autenticità esistenziale, alimenta il desiderio di scrivere soprattutto per le giovani generazioni, per comprendere insieme a loro queste storie, senza rigettare o disconoscere l’amore e le passioni che hanno caratterizzato le relazioni tra queste donne e questi uomini, tra questi genitori e figli, riconoscendole «come espressione di una mentalità tipica di tutta un’epoca e frutto di un affetto esagerato che non trovava il mezzo giusto per manifestarsi».

One thought on “Per Nina: in cerca del cuore delle storie narrate

  1. Ascoltare e leggere la storia autobiografica di Nina Di Nuzzo, mia coetanea, è stato per me, ancora una volta, un salto indietro nel tempo. “L’immaginario autobiografico” mi ha fatto rivedere in Nina, che lascia la scuola per aiutare la famiglia, mia madre che per le stesse ragioni ha dovuto sospendere gli studi al V° Ginnasio, dove aveva anche incontrato l’Amore,mio padre, per frequentare un corso di sartoria nel Trentino ed aprire a Catania la prima Scuola per giovani sarte… Mi ha fatto ricordare me stessa che, in seconda media, ho dovuto sospendere di frequentare l’Istituto Maria Ausiliatrice, come Nina, perché la “retta” era diventata onerosa e passare alle scuole pubbliche…
    E nel tempo, scopri che nella vita degli altri puoi ritrovare la tua e viceversa!… e non si è più soli e non si è più diversi!

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