L’alchimista delle parole

L’alchimista delle parole

Queste righe di ringraziamento, scritte da Donata Musumeci, mi hanno commosso vivamente. Definire un alchimista delle parole chi ci accompagna a fare l’esperienza della narrazione e della scrittura di sé, rivela una sensibilità poetica maturata nel segreto degli incontri condivisi in gruppo. Ringrazio Donata per queste righe, dove coglie in modo profondo quell’attività immaginale che ha cercato di sostenere le costellazioni delle nostre anime e l’energia vitale del nostro essere nel mondo.

«Lo conobbi casualmente sbirciando un giorno tra le righe del giornale, lessi un trafiletto: “Laboratorio di scrittura autobiografica”, il nome mi incuriosì e decisi di andare.

Nella grande biblioteca un uomo, seduto in fondo alla sala, attendeva paziente che i convenuti prendessero posto, la figura era semplice, lo sguardo mite e sorridente, eppure un carisma forte e pacato emanava dai suoi occhi.

Quando i convenuti si furono accomodati, l’uomo con voce calma e suadente diede qualche semplice indicazione sulle modalità di svolgimento della serata, in pochi minuti l’agitazione delle persone si placò e l’uomo, come un incantatore di serpenti, ci condusse per mano, sull’onda morbida delle sue parole, creando nella stanza un’atmosfera intima e distesa.

La biblioteca con i suoi freddi tavoli ben presto si trasformò in un giardino, una costa rocciosa, i binari di una stazione, una casa dell’infanzia.

I partecipanti, come dei bambini attratti dalle caramelle, si abbandonarono e giorno dopo giorno, fidandosi delle parole dell’uomo, si lasciarono condurre per mano, verso spazi interiori sconosciuti e inesplorati.

Lui non era un guru, né un mago, semplicemente indicava una strada, che era sempre stata lì sotto gli occhi di tutti, ma nascosta, velata, da tutto il ciarpame del quotidiano.

Ad uno ad uno capitolavamo tutti, chi scoppiando in un pianto sommesso, chi tornando a ricordi sepolti.

L’uomo non interveniva, ma piuttosto utilizzando piccole frasi simboliche ci indicava un percorso, uno stretto passaggio, una parola magica, che sarebbe diventata un grimaldello, perfetto per scardinare le nostre difese e frantumare le nostre corazze.

La scrittura cominciò a scorrere, prima timidamente, poi sempre più forte, come un fiume in piena, che nessuna diga avrebbe potuto contenere.

Man mano che le parole prendevano forma, l’uomo, quasi come una madre sollecita e accudente, ci veniva in soccorso, accogliendo, contenendo, guidando i nostri sforzi sinceri e il prorompere di tutte quelle emozioni che avevamo tenuto chiuse e dimenticate nel cassetto del profondo.

Con mano ferma ma gentile ci aiutava a dare forma e sostanza ai nostri vissuti, a renderli accettabili e condivisibili, in una danza corale che ci faceva riconoscere come appartenenti alla stessa umanità.

L’uomo delle parole ci aveva fornito una grande chiave, che appartiene a noi tutti, ma che avevamo dimenticato di possedere, la chiave che porta alle emozioni.

Poi come solo i grandi sanno fare, una volta che il figlio era stato generato, l’uomo delle parole si ritirava in silenzio dietro le quinte, il suo compito era finito, ognuno di noi usciva dalla scena in punta di piedi per non rompere l’incantesimo, portando nel cuore la dolcezza degli incontri e sotto il braccio il libro della propria vita, le emozioni erano state pulite, catalogate, lucidate, potevano essere presentate in pubblico e il dolore a esse collegato aveva assunto una forma di accettabile poesia.

Grazie Orazio.»

Donata Musumeci
La memoria collettiva nell’immaginario autobiografico: autrici e autori si raccontano
OdV Le Stelle in Tasca – Assessorato Attività e Beni Culturali della Città di Catania
10 Maggio 2019 – Maggio dei Libri – Palazzo della Cultura – Catania

One thought on “L’alchimista delle parole

  1. L’atelier è visto, proposto e partecipato da tutti..come se le singole biografie si fondessero in un’unica grande biografia che racconta gli aspetti sentimentali, sociali, quotidiani, “esistenziali” con cui il genere umano si imbatte quasi inevitabilmente nelle fasi della propria vita.Concordo con quanto scritto da Donata, aggiungendo che secondo me entrando in biblioteca ci si trovi nello spazio magico per poter dire e imparare sapientemente, presi per mano dallo sciamano/sociologo Orazio Maria Valastro.

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