Fabulazione insulare

Disegno: particolare AT9 (Test antropologico a 9 elementi) di Giuseppa Gusmano (Ateliers dell’Immaginario Autobiografico – 2018).

 

La condizione insulare, il fatto concreto di percepirsi come un’isola, concepisce uno spazio fisico ed esistenziale rinchiuso su sé stesso, tuttavia, l’esperienza della scrittura autobiografica trasforma un’insularità d’animo che ci delimita e contiene la nostra visione del mondo. È la condizione fabulatoria dell’essere umano che accompagna il desiderio di volgere lo sguardo oltre i confini fisici ed esistenziali dell’insularità, riconsiderando il mondo che vorremmo per guardare oltre sé stessi in relazione con gli altri.

Alterando il desiderio di sé in desiderio dell’altro e del mondo si intraprende un viaggio meditativo che rifigura la nostra storia in cerca del senso del tutto e della vita. L’attività fabulatoria che ci avvicina gli uni agli altri, rappresenta così quella comune origine insulare fondata sul sentimento di sottrarci all’isolamento, allo spazio chiuso su sé stesso, per dare alla luce una nuova presenza di sé nel mondo. È un immaginario insulare pervaso dall’esigenza vitale dell’amore che ci lega all’altro e ci sollecita alla ricerca dell’incontro con l’altro, suggerendoci una speranza presente e antitetica alle barriere innalzate dalla paura nei confronti del diverso e della diversità.

L’esperienza viva trasformata dalla scrittura autobiografica in un processo di conoscenza vitale, sollecita l’esercizio dinamico delle funzioni dell’immaginario per esplorare un ascolto sensibile di sé e dell’altro e un’etica della reciprocità e dell’incontro. Questo sogno ad occhi aperti ci permette di raccontarci, di fabulare con noi stessi, gli altri e il mondo, cercando di scoprire, oltre i grandi archetipi dell’angoscia umana e al nulla che attraverso questa società consumistica e materialista, quel desiderio inconoscibile d’amore che ci permette di essere diversamente presenti per abbracciare la vita nuovamente con amore.

Questo percorso di individuazione delle donne e degli uomini e del loro immaginario, fondato sull’attività dell’immaginazione fabulatrice, scopre uno spazio esistenziale insulare che dimostra comprensione e compenetrazione tra gli esseri umani, contrapposto a uno spazio insulare nella qualità di matrice archetipica che domina e divide.

La fabulazione insulare genera virtualmente un corpo autobiografico che si pensa in relazione con il mondo, come un’isola che partecipa emozionalmente a un arcipelago più vasto, racchiudendo dei microcosmi paradigmatici che esplorano la possibilità di scoprire una presenza a sé stessi e agli altri che non si definisce in termini di competizione e superiorità, per rendere presente questo mondo che ci viene incontro con il ritmo della vita nella sua inconciliabile bellezza e alterazione.

Come funamboli in cammino sopra una corda trasformata dall’amore verso la vita, orientati da un voler-vivere conciliando la parte d’ombra dell’esistenza e il sentimento della sofferenza con la gioia della vita, possiamo convertire una presenza di “me a me stesso” in una nuova presenza di “sé stessi al mondo”.

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